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lunedì 29 aprile 2013

PERCHE' PREGARE? prima parte

"PREGARE E' UNO SPRECO DI TEMPO, HO BEN ALTRO DA FARE"
 PERCHE'  PREGARE?


Te lo spiegherò con una storia....



In un paese lontano abitava un grande Re che si chiamava Arturo.
Il Re  aveva un figlio, Giovanni .Era solo un bambino, ma sarebbe dovuto salire al trono al posto del padre una volta diventato adulto, per cui la sua educazione era un affare di stato. In quel paese c'era una legge che imponeva che il Re vedesse suo figlio solo una volta all'anno. Arturo amava moltissimo suo figlio e il principino amava suo padre. Quanto avrebbero voluto stare insieme un po di più!!!! ma la legge era inesorabile...
Il tempo passava e  Giovanni preso dai suoi giochi, dallo studio e dall' impeto della gioventù, dimenticò  ben presto   suo padre al punto di non incontrarlo più nemmeno  l'unica volta all'anno che avrebbero dovuto vedersi .Il padre era diventato per lui  un perfetto estraneo.


Se non preghiamo,se non colloquiamo con Dio,nostro Padre è facilissimo che Dio divenga per noi un perfetto estraneo.


volete sapere come finisce la storia?... alla prossima puntata




domenica 28 aprile 2013

PREGHIERE DELLA SERA


” Gesù Bambino,
con il tuo ditino,
posa un fiore sul mio cuoricino,
il fiore azzurro della bontà
e benedici mamma e papà”

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” Caro Gesù,
grazie per avermi dato una buona giornata,
Ti prego proteggimi assieme alla mia famiglia.
Proteggi anche tutti i miei cari
vicini e lontani”

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”Se non c’è fuoco dentro il focolare,
con l’Amore mio ti voglio riscaldare
e se nessuno ti reca dei doni,
ti voglio offrire le mie buone azioni.
Fa la nanna con me
Gesù Bambino
Dolce è dormire avendoti vicino”

**************************************************************************************************

”Signore che sei nel creato,
ti ringrazio di essere 
nel fiore che guardo,
nel cielo stellato,
nel pane che mi ciba,
nelle parole buone che ascolto,
nel sole che mi scalda,
nelle fontane a cui mi disseto,
nell'allegro cantar degli uccelli.
Signore ti ringrazio
di essere nel cuore
della mia mamma,
nell'amore che da Te
mi è messo vicino
perchè sono piccino.

**************************************************************************************************

 Angelo divino
che sei a me vicino,
guida i miei passi
ch'io non cada tra i sassi.
e fa' che la preghiera
che recito stasera
sia al mio Signore
gradita come un fiore.
Ti prego: portala tu,
in cielo, al buon Gesù.

sabato 27 aprile 2013

PREGHIERA CON L'ALFABETO


Aiutami a fare la Tua volontà.

Benedici la mia famiglia e non dimenticarti di me.

Confortami quando sono giù di morale

CELEBRIAMO IL SIGNORE



Rit. Celebriamo il Signore
      Celebriamo il Signore
      Celebriamo il Signore
      Celebriamo il Signore

E' risorto, è risorto
e per sempre Lui vivrà
E' risorto, è risorto
su canta insieme a noi
la vittoria del Signor!

Rit. Celebriamo il Signore
      Celebriamo il Signore
      Celebriamo il Signore
      Celebriamo il Signore


E' risorto, è risorto
e per sempre Lui vivrà
E' risorto, è risorto
su canta insieme a noi
la vittoria del Signor!

Rit. Celebriamo il Signore
      Celebriamo il Signore
      Celebriamo il Signore
      Celebriamo il Signore

domenica 21 aprile 2013

IL PICCOLO PRINCIPE

IL PICCOLO PRINCIPE


Un aviatore e' costretto da un'avaria ad atterrare in pieno deserto: 
sabbia, solitudine, e sopra il suo capo le stelle... 
Ma, ad un tratto, una voce: "Mi disegni, per favore, una pecora?" ...

                                                 

Un capolavoro della letteratura infantile 
che si rivolge a piccoli e grandi, 
"a tutti i grandi che sono stati bambini ma non se lo ricordano piu'"...


BUONA LETTURA !!

CAPITOLI    I - II
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    CAPITOLO   XXVII


EMMAUS

“Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?


                             

giovedì 18 aprile 2013

DIAMO LODE

                                        

Diamo lode al Signor, diamo lode
diamo lode al Signor. (2v)

Ed al mattino gli uccelli cantan
a lode e gloria di Dio Salvator. (2v)

Diamo grazie...

E per le strade i ragazzi cantan
a lode e gloria di Dio Salvator. (2v)

Diamo gloria...

E tu fratello canta con noi
a lode e gloria di Dio Salvator. (2v)

Diamo amore...

E tu sorella canta con noi
a lode e gloria di Dio Salvator. (2v)

Diamo festa...

E tutti insieme cantiam con gioia
a lode e gloria di Dio Salvator. (2v)

Alleluia al Signor, alleluia
alleluia al Signor. (2v)



martedì 16 aprile 2013

IMPARO GIOCANDO: Mosè

MOSE'

Portando ai pascoli del monte Oreb i greggi, Mosè fu attratto dal meraviglioso prodigio d'un roveto che ardeva ma non si consumava; da questi giunse una voce che gli ordinava di togliersi i sandali poiché calpestava una terra sacra, rivelandosi poi come il Dio dei patriarchi d'Israele che, avendo ascoltato il grido degli schiavi, aveva deciso di liberarli e condurli in una terra "dove scorre latte e miele". Mosè, ricevuto l'ordine di essere guida degli israeliti, rifiutò dapprima, per paura, l'incarico, chiedendo quale fosse il nome di Dio e come avrebbe potuto convincere il suo popolo che lui stesso l'aveva mandato per riscattarli. "Io sono colui che sono" fu la risposta proveniente dal roveto, che indicò inoltre al profeta i segni da dare agli israeliti: il suo bastone si tramutò in serpente, la mano divenne lebbrosa, l'acqua si trasformò in sangue. Tormentato dall'angoscia, Mosè rispose di non essere in grado di parlare in presenza del faraone poiché impacciato; Dio dichiarò dunque di affiancargli il fratello Aronne affinché lo assistesse e parlasse al suo posto nei momenti di difficoltà


SALVA,STAMPA E COLORA







Il Signore disse a Mosè: “Scrivi queste parole, perché sulla base di queste parole io ho stabilito un'alleanza con te e con Israele”.Mosè rimase con il Signore quaranta giorni e quaranta notti senza mangiar pane e senza bere acqua. Il Signore scrisse sulle tavole le parole dell'alleanza, le dieci parole.Quando Mosè scese dal monte Sinai - le due tavole della Testimonianza si trovavano nelle mani di Mosè mentre egli scendeva dal monte - non sapeva che la pelle del suo viso era diventata raggiante, poiché aveva conversato con Dio.Ma Aronne e tutti gli Israeliti, vedendo che la pelle del suo viso era raggiante, ebbero timore di avvicinarsi a lui.(www.periragazzi.net).

STAMPA E RISOLVI L'ENIGMA


IMPARO GIOCANDO: la creazione

LA CREAZIONE
Tutta la creazione, dalla luce delle stelle del cielo ai pesci del mare, dagli animali agli uomini, dalle piante al mare tutto è stato creato da Dio per godere della meravigliosa natura e dell'ambiente della terra. L'uomo e la donna sono stati creati per riflettere la potenza di Dio, per amare e ben amministrare le risorse del mondo e per offrire preghiere a Dio.In tutto l'ordine del creato,l'umanità (gli uomini e le  donne), è l'unica portatrice dell' imago Dei, l'immagine (dall'ebraico tselem - come in un bambino a immagine del genitore) di Dio tra le cose animate e inanimate del creato


SALVA, STAMPA E COLORA



INCASTRA NELLO SCHEMA LE PAROLE ELENCATE  DOPO AVERLO STAMPATO


mercoledì 10 aprile 2013

PASCI LE MIE PECORE



                            

IL DONO DEL TOPOLINO



La grave carestia

Tanti anni fa, in una piccola città scoppiò una grave carestia. Non si trovava più cibo da nessuna parte. Tutti gli abitanti, da i ricchi signori ai poveri contadini, erano stremati, deboli ed affamati.
 Un giorno, un monaco di nome Francesco arrivò a visitare la città. Francesco era buono, gentile e cordiale. Amava sinceramente Dio e tutte le sue creature. Gli piaceva molto leggere, studiare, scrivere e imparare.  Ogni giorno aveva un visitatore, un minuscolo visitatore, con dei magnifici baffi grigi, il naso a punta e una lunga coda rosa.
 Saliva sul tavolo di Francesco, scorrazzava in mezzo ai suoi libri, si infilava tra le penne d'oca che gli servivano per scrivere. Ma Francesco non se ne preoccupava. Neanche un pò. Gli piaceva il topolino e non lo cacciava via come facevano tutti gli altri in città, che davano la caccia ai topi e li uccidevano ritenendoli la causa della carestia. E forse fu per questo che, un giorno, il topolino arrivò con un regalo.


Sette chicchi dorati

Si arrampicò sul tavolo di Francesco, si infilò tra le sue penne d'oca e, nel bel mezzo dei libri del monaco, lasciò cadere un chicco di grano!  "Grazie, amico mio", disse Francesco al topolino.
Il topo si sedette, fece un grazioso inchino e squittì, come per dire:" Non si va mai da un amico a mani vuote".Mezz'ora dopo, il topolino ritornò con un altro chicco di grano e di nuovo gentilmente Francesco lo ringraziò. Il topolino ritornò una terza volta. Poi una quarta. E una quinta. E una sesta volta.
E quando alla fine ci furono sette chicchi di grano sul suo libro, Francesco ebbe un'idea. Prese un filo di seta rossa e con molta attenzione ne legò l'estremità a una zampa del topolino."Non ti disturberà più di tanto", promise il buon monaco, " e potrà fare un mondo di bene". Lasciò andare il topolino, guardando bene da che parte andava. Il topolino correva molto più velocemente di Francesco, ma il monaco poteva seguire il filo di seta che si srotolava attraverso muri, giardini, boschi, fino a un imponente ammasso di terra. Il topolino si infilò in una stretta apertura.

Un'enorme quantità di grano

 Francesco corse a chiamare il suo maestro e insieme cominciarono a scavare.
Sepolte sotto la terra e detriti c'erano le rovine di un antico palazzo. E sepolto nei capaci magazzini del palazzo c'era un'enorme quantità di grano! Francesco e il maestro corsero ad annunciare la notizia ai loro amici.Ben presto per tutta la città si sparse il fragrante profumo del pane appena sfornato.
Ora c'era nuovamente cibo per tutti, in attesa della nuova stagione!
 Il giorno dopo, il topolino venne a trovare il suo amico, come sempre. Si arrampicò sul tavolo di Francesco e si infilò tra le sue penne d'oca.
Appena si sedette nel bel mezzo del libro di Francesco, con garbo, il monaco gli slegò il filo di seta dalla zampa.
 "Grazie, amico mio", disse. "Dio ti ha mandato da me per un motivo, che solo adesso capisco. Il tuo acuto naso e le tue zampette hanno salvato l'intera città".
Poi prese una pagnotta di pane fresco e croccante e lo mise davanti alla piccola creatura. E il topolino e il monaco condivisero il cibo.

         
            Mangiare insieme è un gesto di riconciliazione

   Preghiera in un gesto

Questo cibo sulla tavola è per tutti noi,
fà che possiamo gustarlo nella pace.
Su questa tavola dalle tante sedie
siamo un'anima sola.
Uniti, stretti al tuo banchetto.
Questo pane è uno, da dividere fra noi
con fiducia e nella giustizia.
Nutrici della tua pace, e saremo fratelli.
Benedici, Padre buono, la nostra mensa,
perchè ti sentiamo in mezzo a noi
come Dio d'amore.


( da L'Eucaristia raccontata ai bambini - Bruno Ferrero- Anna Piretti)

GESU' E' RISORTO

"ORA CHE MI HAI VISTO, VA, E DICI  AI MIEI DISCEPOLI CHE SONO RISORTO"


venerdì 5 aprile 2013

I DIECI COMANDAMENTI:Suor Mariarosa Guerrini

I  DIECI  COMANDAMENTI

                                                 con gli angioletti di suor Mariarosa Guerrini















lunedì 1 aprile 2013

IL RITRATTO DI DIO

In mezzo all’immensa schiera degli angeli spiccava Michelangelo, un angelo particolarmente dotato per il
disegno e la pittura.
Un bel giorno, Michelangelo decise di tentare l’impresa più audace di tutta l’eternità: fare il ritratto di Dio.
Un’impresa piuttosto complicata. Dio è immenso: come si fa a farlo stare in un quadro?
Dio non assomiglia a niente: non è un uomo, non è una donna, non è giovane, non è vecchio... Che volto dargli? Come raffigurarlo? Dio è pura bontà, puro amore, pura luce, pura musica, ecc.
Il povero Michelangelo volava nervosamente, miliardi di chilometri in su e miliardi di chilometri in giù, per il suo studio, con un gran mal di testa. Come poteva fare?
Non si può ovviamente chiedere a Dio: «Stai fermo un attimo, per favore?».
«Non posso rinunciare», si ripeteva Michelangelo. «Voglio fare un’opera che desti l’ammirazione di tutti per l’eternità!».
Infine gli venne un’idea:
«Comincerò con qualche appunto, degli studi preparatori... Fisserò dei particolari, degli scorci di Dio. Ma certo! Lo dipingerò un pezzo alla volta! E alla fine metterò insieme tutto».
Felice ed eccitato, si procurò una enorme risma di fogli di carta e cominciò a dipingere particolari e dettagli di Dio. Lavorava freneticamente e ogni volta scopriva qualcosa di nuovo. Dopotutto Dio è infinitamente «creativo».
Riempì di disegni milioni di fogli e gli sembrava di essere sempre all’inizio.

Lo studio di Michelangelo straripava di fogli traboccanti di schizzi.
Erano stipati e ammucchiati in ogni angolo e un giorno, cercando di mettere un po’ d’ordine in tutto
quel caos, dimenticò la finestra aperta.
Due angeli passarono di gran fretta e provocarono un turbine birichino che sparpagliò qualche milione di fogli fuori della finestra.
«I miei schizzi!», gridò il povero Michelangelo. Ma ormai il disastro era fatto.
I disegni piovvero dappertutto e in gran quantità finirono anche sulla Terra. I venti si impadronirono degli schizzi dell’angelo e li disseminarono ai quattro angoli della Terra, tra tutte le creature volute da Dio, soprattutto tra gli esseri umani.
Al contrario di Michelangelo, Dio era felice dell’incidente: così le sue creature predilette avrebbero potuto conoscerlo un po’ meglio.
Anche gli uomini erano felici di sapere finalmente com’era veramente Dio, perché questo era il più vivo desiderio del loro cuore.
Maestri e studiosi di tutte le latitudini, popoli e tribù cominciarono a interpretare i disegni.
«Dio è come il Sole!»,decise qualcuno.
«Dio è possente come un grande toro!», sostennero altri.
Costruirono dei templi per custodirla e onorarla. Ogni popolo si fece la sua personale versione di Dio: ciascuna conteneva una briciola di Dio, ma nessuna era quella vera.
Così Dio venne immaginato come un vecchio barbuto con i fulmini in mano, come una donna nata dalla schiuma del mare, come un leone, un’aquila, un drago, la Luna...
Per dimostrare di avere ragione popoli, tribù e nazioni cominciarono a litigare e addirittura a farsi guerra tra di loro per dimostrare che l’unico vero Dio era il loro.

Dio si rattristò molto per questo e decise di intervenire.

LA SOLUZIONE FINALE
Cercò di ispirare qualcosa di sé ad alcuni uomini, che scelse personalmente fra i migliori, ma per quanto si sforzassero non riuscirono a combinare molto.
Anzi, molti di questi «profeti», come venivano di solito chiamati, furono malmenati e addirittura uccisi.
Gli esseri umani continuavano a immaginare Dio nei modi più vari.
Chi ne faceva un pensiero, chi un desiderio, chi un’illusione, chi non voleva neppure che Dio fosse
nominato e proibiva a tutti di parlarne sotto pena di morte. Chi descriveva Dio come Giudice, chi come
Tiranno, chi come Sommo Indifferente.
Dio aveva voluto il mondo e gli esseri umani come una mamma vuole il suo bambino.
Gli dispiaceva molto che gli uomini lo rifiutassero senza neppure conoscerlo bene.
Così prese una decisione:
«Andrò io stesso in mezzo a loro! Così mi potranno vedere, toccare,ascoltare!».
Tutti gli angeli prima trattennero il fiato e poi riuscirono solo a fare: «Oooh!».
Dio li sorprendeva continuamente, ma questa volta la sorpresa era grossa davvero.
Quello che decide, Dio lo fa.
Nacque come un bambino in mezzo agli uomini e si chiamò Gesù.
Così, oggi, è facile per tutti conoscere Dio.

Basta conoscere Gesù.


Pubblicato da: Paoletta , il: 14/11/2009




SUGGERIMENTI DIDATTICI
 Allah, Iahvè, Dio, Buddha, Visnù... sarebbe bello aiutare i bambini e i ragazzi a fare un po’d’ordine e di chiarezza. e non sarebbe male,avendone la possibilità, incontrare nel gruppo qualche ragazzino che vive una fede diversa dalla nostra. Non dobbiamo avere paura di guardarci in faccia.



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